Comune di Selargius

Doppio voto: sei indagati, forse coinvolti altri Comuni

Da La Nuova Sardegna di giovedì 21 giugno 2012

 

 
CAGLIARI Simone Paini era l’ispiratore dell’imbroglio elettorale che avrebbe dovuto regalare all’addetto stampa dell’assessore regionale ai trasporti una poltrona nel consiglio comunale di Selargius, ma se lui era il gatto ora sulla scena dell’inchiesta giudiziaria compare anche una volpe: si chiama Sergio Perseu, tesserato col Psd’az, nel suo passato una candidatura all’assemblea civica di Capoterra. Stando alle testimonianze dei quattro rappresentanti di lista indagati per aver votato due volte alle amministrative della scorsa settimana, chiedendo copia del certificato elettorale dopo averne denunciato lo smarrimento, in questa storia penosa c’è un vertice e c’è una base: Paini e Perseu organizzavano, sarebbero andati di persona a chiedere le cedole per votare, soprattutto hanno convinto i rappresentanti di lista che infilare due schede nell’urna anzichè una è una cosa normalissima, legale e diffusa. Quelli, i quattro che lavoravano ai seggi, hanno creduto alle panzane di Paini e gli hanno reso il favore richiesto, infilandosi in un guaio che sembra destinato a ingigantirsi col passare dei giorni. Perchè se dagli interrogatori condotti a Selargius dal comandante della polizia urbana Marco Cantori e dai suoi uomini è uscita la conferma dei sospetti circolati già alle prime ore dopo le elezioni, ora il procuratore aggiunto Gaetano Porcu ha chiesto di lavorare a una verifica più ampia, che coinvolgerebbe altri comuni. Sarebbe un grosso problema, perché se Paini ha mancato di un voto l’elezione a Selargius e quindi non ha influito sull’esito complessivo della consultazione, altrove le cose potrebbero essere andate diversamente. Impossibile sapere se al centro dell’inchiesta rimanga soltanto il Psd’az e non anche altri partiti o liste civiche. La sola certezza è che esiste una pista investigativa ormai aperta, confortata dalle testimonianze dei quattro indagati, che la Procura intende esplorare. Se dovessero emergere riscontri a questi nuovi sospetti si andrà avanti su ogni fronte. Altrimenti il pubblico ministero potrebbe chiedere per i sei indagati il giudizio immediato. Le prove ci sono e vengono considerate solide: le confessioni e le chiamate in correità esplicite, con Paini nelle vesti scomode del regista occulto dell’operazione-truffa. Quanto basta per andare direttamente al processo. (m.l)

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