Comune di Selargius

Desogus: «Psd'Az addio»

Da L'Unione Sarda di domenica 24 giugno 2012

 

 

SELARGIUS. L'esponente sardista lascia il partito a causa dei brogli elettorali

L'ex assessore contro gli avventurieri della politica

«Le polemiche che hanno coinvolto il partito mi hanno schifato, lascio la politica». Carlo Desogus, 65 anni, sardista di vecchia data, più volte assessore comunale e per una legislatura vicesindaco («Giunta Melis, fine anni Ottanta») non ha retto all'imbarazzo e alla vergogna («anche all'umiliazione») provocati dai brogli elettorali che hanno per indagati iscritti al Psd'Az. Di più: ha restituito la tessera al partito. «A queste condizioni non si può andare avanti: non voglio stare accanto ad avventurieri della politica». Non è un gesto isolato: «Lasciano con me anche diversi altri simpatizzanti. Serpeggia il malumore anche tra molti iscritti di Settimo San Pietro, Sinnai, Maracalagonis e del Parteolla».

LA DELUSIONE La delusione per la sconfitta elettorale brucia quanto i maneggi (di esponenti sardisti) scoperti nei due giorni di voto. Desogus, fino all'altro ieri dirigente del Psd'Az ed ex componente del Consiglio nazionale del partito: «La cosiddetta coalizione della sinistra ha cercato invano di raccogliere i consensi necessari per una svolta che sembrava essere raggiungibile, ma che gli stessi componenti, hanno contribuito a far naufragare. I risultati evidenziano un notevole ricorso al voto disgiunto, che ha portato molti a indicare in numerosissime schede il consigliere di lista e contemporaneamente il sindaco uscente del campo avversario, vedi l'Idv, Pd e Sel, mentre si sono defilati dalla lotta politica sia Rifondazione Comunista che i Rosso Mori, rinunciando o boicottando la stessa coalizione. I personalismi hanno prevalso sulle intenzioni e unità della stessa coalizione perdente, creando non poco sconcerto, sia sui militanti che nei citta dini che hanno riposto in loro la fiducia per un futuro migliore per la comunità selargina».

LA SCONFITTA La parte del Psd'Az nella sconfitta. «Irresponsabilmente il Consiglio nazionale del Psd'az, in questa delicata circostanza, con il solo scopo di occupare i posti di potere, barattando a livelli più alti il destino del partito in sede locale, per soddisfare esigenze nascoste ha dato la benedizione a un manipolo di scellerati che hanno prodotto discredito e sfiducia nella politica in generale e vergona all'interno di un partito, che si presentava paladino dell'onestà e della serietà dei suoi rappresentanti. Povero Psd'az. A che punto è arrivato, per quattro voti in più ai nuovi protagonisti, pirati della politica».

LA FERITA Ferita inguaribile, per l'ex dirigente. «È certamente la delusione più grande che oggi io provo con i militanti onesti, che mi hanno seguito anche in questa occasione, manifestando un discreto successo della lista con cui ci siamo presentati, nonostante la scomunica dei cosiddetti dirigenti nazionali». Il rammarico di lasciare il partito amato: «I signori baroni dell'attuale politica del Psd'az non si sono minimamente posti il problema delle tessere che ho restituito, per protestare contro la presenza in lista di persone poco credibili, transfughi di altri partiti, che fino a ieri erano schierati tenacemente come avversari del partito sardo, ma che oggi per motivi di puro interesse personale, non hanno desistito di gettare fango sullo storico e glorioso simbolo della Sardegna, che mi è stato negato di utilizzare per l'occasione delle ultime elezioni». (p. p.)

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