Comune di Selargius

Riaffiora una macina del neolitico

Da l’Unione Sarda di Martedì 04 ottobre 2011


Ritrovamento

 

macina_neolitico_unionesardaDa un campo appena arato emergono testimonianze di oltre cinquemila anni fa: la testa di un idolo in pietra arenaria (molto probabilmente di una dea madre), una macina, un pestello, schegge d'ossidiana e frammenti di basalto rosso che potrebbero essere di un piatto da cottura. È quanto hanno trovato Carlo Desogus e Gigi Suergiu, esponenti del Gruppo archeologico selargino, durante una passeggiata tra i campi di Matt'e Masonis. «Abbiamo visto il terreno appena arato», spiegano i due studiosi. «In questa zona avevamo già individuato un altro sito e quindi siamo andati quasi a colpo sicuro». Nel terreno appena smosso sono spuntati le preziose testimonianze del passato: dopo essere state raccolte e catalogate, sono state consegnate alla caserma dei carabinieri e da qui portate alla Sovrintendenza ai beni archeologici dove saranno analizzate dalla studiosa Maria Rosaria Manunza.
«È tutto materiale del neolitico recente», spiega Carlo Desogus, scopritore in passato di importanti siti come quello di Su Coddu, «risalente a circa 5.500 anni fa e appartenente alla cultura d'Ozieri. Ha un grande valore scientifico soprattutto la testa dell'idolo, che potrebbe essere appartenente a una statua alta trenta centimetri della tradizionale dea madre. Oggi i reperti di anni di campagne di scavo sono ammassati dentro casse nelle Carceri aragonesi».
Giovanni Manca di Nissa

 

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