Comune di Selargius

«Tutta colpa delle liste civiche» Pdl e Pd per una volta d'accordo

Da L'Unione Sarda di mercoledì 13 giugno 2012

 

Cappai vince con i partiti “certi”, Corda paga le “strane” alleanze

Due veterani della politica, scaltri e agguerriti. Alla faccia di rinnovamento, movimenti e giovani rampanti. Gian Franco Cappai era sicuro di vincere, Rita Corda pure. Lui - oltre al vantaggio dato dalla seconda volta - perché era sostenuto da partiti, con “nomi e cognomi”, conosciuti e certi; lei, ci contava per la ragione opposta, in virtù di una coalizione che più eterogenea non si può. La speranza di rastrellare preferenze da tutte le parti. Ha avuto ragione il centrodestra, il centrosinistra ha clamorosamente toppato, e Cappai, cinquantasette anni, è stato confermato sindaco di Selargius, con 7628 voti, il 53,5 per cento. Contro i 6641 dell'avversaria, però in testa - magra consolazione - a Su Planu, popoloso quartiere di cagliaritani e nuoresi.

Una lettura proposta da Fabrizio Canetto, assessore uscente ai Lavori pubblici, Riformatori, ottimo piazzamento: «Noi ci siamo detti: niente liste civiche, nessuna confusione né commistione. Mentre dall'altra parte, dietro le alleanze elettorali c'era camuffata l'armata brancaleone». Ammette il segretario cittadino del Pd, Francesco Lilliu: «Abbiamo imbarcato soggetti che non c'entravano niente, l'elettorato ci ha punito».

I RISULTATI Affluenza bassa, 59,7%, dieci punti in meno rispetto al 2007. In piazza Cellarium ci saranno 15 consiglieri di maggioranza (sei per il Pdl, quattro Riformatori sardi, tre Udc, uno Uds, uno Psd'Az, zero per La Destra di Storace, Giampaolo Porcu, assessore ai Servizi sociali, non ce l'ha fatta) e 9 d'opposizione (quattro per il Partito democratico e uno ciascuno a “Selargius per Rita Corda”, Sel, Italia dei valori, “Selargius in movimento” e “Selargius Futura”. Stappa lo champagne il Psd'Az, che ha puntato sul cavallo vincente e torna in Comune dopo quindici anni. Giacomo Sanna e i dirigenti dei Quattro mori, Guido Sarritzu e Giuseppe Atzeri, hanno trattato con gli uni e con gli altri, alla fine sono andati con Cappai - gli ha consentito di presentarsi con il loro simbolo - hanno preso il 5 per cento e conquistato un seggio per Ferruccio Sanvido, ex socialista.

IL SINDACO Il giorno dopo, Cappai si è preso ventiquattr'ore di pausa. «Lunedì sono passato in Municipio per salutare i dipendenti, poi ho festeggiato a cena con la famiglia e gli amici, alle due sono andato a letto. Da domani (oggi, ndr.) si ricomincia. Mi aspettavo la rielezione? Diciamo che ci speravo, credo di aver lavorato molto e bene. Alla Giunta non ho ancora pensato, noi siamo una coalizione politica, di conseguenza le riflessioni vanno fatte all'interno dei partiti». Intanto il suo esecutivo precedente ha già approvato il bilancio di previsione 2012, una manovra da appena ventitré milioni di euro, «con sacrifici enormi». L'obiettivo economico ora è «riuscire a spendere residui e avanzi». Poi: terminare il campus delle scienze. L'inaugurazione è attesa quando l'Istituto nazionale di astrofisica trasferirà qui laboratori e osservatorio. L'orgoglio vero dell'amministrazione selargina. Un'opera, come altre, la cui paternità è rivendicata dalla sinistra.

L'OPPOSIZIONE «La programmazione è nostra», sottolinea Rita Corda, «loro hanno fatto soltanto la gara d'appalto, mai pensato niente». Risponde: «Cosa ci ha fregato? La debolezza della liste. Io come candidato sindaco sono andata alla grande». Però? «Nessuno immaginava che il Pdl avrebbe tenuto, hanno appena governato, per essere carini». Signora, si dice in giro che se il candidato del centrosinistra fosse stato Lilliu avreste vinto. «Cosa? È una balla colossale, non avrebbe assolutamente vinto, la gente non è andata a votare, sono andati alle urne soltanto gli utenti/clienti. Ma non voglio fare polemiche, sembrerebbe che sono arrabbiata perché sono stata sconfitta». Farà un'opposizione senza sconti? «Mah, non è possibile fare opposizione a questi livelli, e poi manca l'interesse dei mass media».

IL PD Lilliu, Francesco, trentuno anni appena compiuti, segretario cittadino del Pd, molto stimato, perdente (contento) alle primarie per appena quarantatré voti ma vincente alle amministrative con 258 preferenze, dice che si aspettava «una Rita Corda imbattibile». Pensava: «Siamo corazzati». Invece è andata malissimo, e (lui) si assume una buona dose di responsabilità: «Confesso, credevo che l'allargamento a Futuro e libertà e a Tonino Melis ci avrebbe favorito. Abbiamo sbagliato in pieno, ci serva da lezione, abbiamo fatto un'offerta inaccettabile al nostro elettorato, faremo tesoro di questa esperienza e ci batteremo in Aula contro la maggioranza». Dario Del Pin, eletto tra le fila del centrosinistra in “Selargius futura” (la costola locale del partito di Gianfranco Fini) la prende con spirito: «Colpa nostra? È probabile. Io mi sento eletto per sbaglio. Comunque avevamo più sintonia con la coalizione di sinistra che con questa destra. Certo è che ci aspettavamo un voto di lista decisamente superiore. Ne abbiamo preso 671, ne sono mancati almeno 500. Dovevamo fare una sola lista, con Tonino Melis, poi eravamo in troppi e ci siamo divisi in due». Insomma, una certa confusione.

L'unico che sottolinea “io l'avevo detto” è Omar Zaher, Italia dei Valori, il più votato del gruppone. «Ero contrarissimo, non mi hanno dato ascolto e abbiamo perso anche la Federazione della sinistra. Peccato, non c'è stato il rinnovamento che desideravamo. Io, nostante la campagna diffamatoria nei miei confronti e agli attacchi continui - mi strappavano perfino i manifesti dai muri - dopo dieci anni in Comune ho raddoppiato i miei elettori».

LA RICETTA DEI RIFORMATORI Fabrizio Canetto, Riformatori sardi, vicesindaco uscente, 377 preferenze, secondo più amato del centrodestra, lo aveva detto pure lui. «Dall'altra parte hanno commesso troppi errori, quelle liste civiche con dentro di tutto, perfino fascisti e anarchici. Inoltre la gente è disillusa, non ne può più della politica nazionale, e noi paghiamo questi sentimenti con l'astensionismo, pur non avendo niente a che fare con Berlusconi o Bersani». Il vice di Cappai, che negli ultimi cinque anni ha seguito i Lavori pubblici, ribatte alla Corda: «Ogni città ha un libro dei sogni, ottiene il risultato chi dimostra di saperli anche realizzare questi sogni». E - siccome si sente di scuola keynesiana - contro la crisi ha una ricetta che definisce miracolosa. «Tante opere, cantieri e attività, insieme con i privati, e la conditio sine qua non per le imprese che gareggiano agli appalti: una percentuale di assunti deve essere di Selargius».

Cristina Cossu

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