SELARGIUS. Eletta Mameli

Presidente del Consiglio per un voto

Franchi tiratori in maggioranza, Gabriella Mameli eletta presidente del Consiglio comunale con un voto di scarto. Sulla carta il centrodestra poteva contare su 16 voti contro 9 dell'opposizione. Nel segreto dell'urna, invece, i rapporti di forza sono stati 13 contro 12 più una scheda bianca: la coalizione che sostiene il sindaco Gian Franco Cappai , confermato appena due mesi fa, ha rischiato uno scivolone. Segno che i conti in maggioranza non sono ancora tornati dopo la formazione della Giunta, già segnata dalla spaccatura nel Pdl, partito di maggioranza relativa. La rabbia del sindaco è esplosa in aula dove ha parlato di «brogli e intrallazzi» e di «vecchi modi di fare politica». Inevitabile la caccia ai franchi tiratori anche se, pubblicamente, tutti i consiglieri di maggioranza hanno assicurato di non essere i responsabili: i numeri, però, parlano chiaro. In tre hanno fatto orecchie da mercante agli ordini di scuderia. «È stato un risultato inaspettato - sottolinea il sindaco - anche perché la formazione della Giunta alla fine aveva soddisfatto tutti». Gabriella Mameli, giovane avvocato alla sua seconda esperienza in Consiglio comunale (nella precedente legislatura era capogruppo dei Riformatori sardi) è la prima donna alla guida dell'assemblea civica. L'opposizione le ha opposto la candidatura dell'ex sindaco e capogruppo della civica Selargius in Movimento Tonino Melis . Non a caso: per questioni anagrafiche, in caso di pareggio l'avrebbe spuntata.

La minoranza non risparmia critiche al centrodestra. «Il segnale politico è incontrovertibile», commenta il capogruppo del Pd Ivan Caddeo . «La maggioranza è allo sbando e anche arrogante: hanno rinviato di dieci giorni il voto sul presidente del Consiglio comunale sostenendo di voler coinvolgerci per la scelta dell'ufficio di presidenza: hanno avuto la faccia tosta di chiederci un incontro un'ora prima della seduta». Rita Corda , candidato sindaco sconfitta, contesta il voto di Cappai. «Di norma il primo cittadino non vota in queste occasioni: questa volta è stato addirittura determinante. La verità è che questa maggioranza ha come unici collanti il potere e l'arroganza».

Giovanni Manca di Nissa