«Rivogliamo la festa di San Lussorio a ottobre». È guerra nel gremio dedicato al martire di Paluna: una parte di soci, che nel '94 erano stati promotori della nascita dell'associazione, contesta apertamente la gestione da parte dell'attuale dirigenza.
Tra i "ribelli" figurano l'ex sindaco Tonino Melis e il poeta sardo Peppuccio Loni. La loro accusa è di aver snaturato quello che un tempo era una sagra punto di riferimento per tutto il Basso Campidano: il colpo di grazia sarebbe stato inferto dalla decisione di spostare i festeggiamenti. Negli ultimi anni si sono tenuti in agosto e non a ottobre come da tradizione: una scelta dettata dalla volontà di incastrare la sagra di San Lussorio tra le feste dell'Assunta, di San Salvatore e l'Antico sposalizio selargino, creando di fatto un mese intero di appuntamenti da Ferragosto sino a metà settembre.
«La festa di San Lussorio deve essere a ottobre», contesta Peppuccio Loni, ormai novantenne ma pronto a dare battaglia all'interno del gremio di cui è stato tra i fondatori. «Per tantissimi anni ho organizzato la festa di prima persona. Ora è stato tutto snaturato e tantissimi selargini se ne lamentano. Quella di quest'anno ha visto una scarsissima partecipazione: un motivo ci sarà. Bisogna ritornare allo spirito originario: era una festa popolare e tale deve essere ancora».
Parole condivise da Tonino Melis. «All'interno del gremio non c'è più serenità», accusa l'ex sindaco, anch'esso tra i fondatori, «tantissimi vecchi componenti sono stati allontanati. Invece è necessario richiamarli a raccolta. C'è anche la questione di Casa Soro: potrebbe essere la sede naturale e il fulcro delle iniziative. Inoltre, è necessario ribadire l'aspetto laica del gremio a fondamento della sua nascita».
Nei prossimi mesi saranno rinnovate le cariche all'interno del gremio e già si preannuncia uno scontro. «Bisogna lasciare spazio», commenta Salvatore Pisu, componente dell'associazione, «a chi ha voglia di impegnarsi in prima persona nell'organizzazione della festa che, per la sua buona riuscita, richiede mesi d'impegno».
Giovanni Manca di Nissa