Comune di Selargius

«Il lavoro è un'emergenza»

Da l'Unione Sarda di giovedì 01 novembre 2012 - Provincia di Cagliari 

SELARGIUS. I primi cento giorni in Municipio del sindaco Gianfranco Cappai

Le spine? Il caso Paini e i franchi tiratori in Aula

Gianfranco Cappai, sono passati cento giorni dalla sua rielezione, vacanze escluse. Avvio in salita?
«Non avevo fatto nessuna promessa particolare, non avevo nessun provvedimento da firmare al mio ingresso nel Municipio per il secondo mandato perché, come avevo annunciato, ho intenzione di lavorare sulla continuità della mia amministrazione».
I soliti problemi?
«Sì, e sempre più pesanti. Cioè la disoccupazione, la crisi. Ricevo ogni giorno persone che hanno problemi economici, senza un impiego».
Situazione difficile.
«A livello nazionale e regionale, ma il mal comune mezzo gaudio non consola. Solo il 28 per cento delle famiglie in Italia riesce a risparmiare qualcosa, poco, a fine mese, il 40 per cento finisce i conti con un pareggio, il resto fa debiti o intacca le risorse. A Selargius, città di 30 mila abitanti, abbiamo 6 mila disoccupati tra i 18 e i 65 anni».
Soluzioni?
«Le stiamo cercando e proponendo. Abbiamo investito un milione di euro di denaro, in parte ottenuto dalla Regione e in parte recuperato tra le pieghe del nostro Bilancio, per aprire due cantieri regionali di lavoro, per i servizi civici. È un piccolo sollievo per noi dare 5-600 per qualche mese a una famiglia. Anche se non è sufficiente, ce ne rendiamo conto».
Primi traguardi raggiunti in cento giorni?
«Siamo riusciti a presentare alla Regione i rendiconti dei lavori pubblici nel teatro, a Casa Putzu e nell'ex Polveriera che diventerà un polo universitario di assoluto livello scientifico. Passo fondamentale per sbloccare altre risorse. Sono interventi da 25 milioni di euro, salvati grazie al lavoro delle imprese, al superlavoro degli impiegati comunali».
Note dolenti: Simone Paini (consigliere Psd'Az, suo alleato) accusato di brogli elettorali.
«Sono profondamente dispiaciuto, perché il caso getta inevitabilmente un'ombra che rovina l'immagine della nostra città per un fatto che non fa parte della nostra storia, della nostra cultura selargina».
Il centrodestra è in fibrillazione in Italia e in Sardegna. Paura in vista del voto per le regionali e le politiche?
«Io penso che se un amministratore decide di impegnarsi in un Comune come Selargius, debba necessariamente mettere da parte le sue idee politiche personali perché i problemi di una città non sono né di centrodestra né di centrosinistra. La governabilità e la stabilità sono un patrimonio importante da salvaguardare per il bene di tutti».
Il presidente del Consiglio selargino, Gabriella Mameli eletto con un solo voto di scarto e tre franchi tiratori.
«Ho vissuto quel passaggio con sofferenza. La Giunta è nata dopo un confronto sereno e costruttivo con i partiti del centrodestra, io penso che quel voto non sia stato un messaggio politico ma piuttosto espressione di insoddisfazioni personali che non ho ancora capito. Il presidente è una persona di valore che lavorerà con un atteggiamento super partes».
Le piste ciclabili in centro utilizzate come parcheggi: caso unico al mondo.
«Occorre chiarire: le piste ciclabili sono attive dalla zona sportiva sino a Paluna-Monserrato. Quella da via Trieste a Quartucciu saranno aperte quando, tra due-tre mesi, entrerà in funzione il piano del traffico. Via Istria diventerà a senso unico verso Selargius, via Trieste senso unico verso Monserrato con i parcheggi a spina di pesce e lo spazio riservato alle bici».
Alle regionali lei si candiderà con l'Udc?
«No, non sarebbe serio: ho scelto di amministrare Selargius».
L'Udc deve allearsi con il Pdl o il Pd?
«Io penso che dovrebbe andare da solo».
In Sardegna? In Italia?
«Guardi, secondo me d'ora in poi le coalizioni devono essere accordi precisi su programmi stabiliti. Auspico una grande coalizione per il bene comune».
Soffia il vento del sardismo.
«Lo Stato ci ha trattato male: continuità territoriale, vertenza entrate, patto di stabilità, vertenza industrie. Sta ritornando quel senso di appartenenza alla Sardegna che va coltivato».
Paolo Carta

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