Comune di Selargius

Santo Spirito

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     Nel popoloso quartiere di Su Planu, in via dei Medici 64, sorge la Parrocchia del Santo Spirito, perfettamente integrata con il paesaggio circostante. Il piccolo piazzale antistante l’edificio, infatti, abbellito da giovani palme e dotato di due panchine in pietra, rappresenta un continuum con i due parchi rionali ubicati a poche centinaia di metri, rispettivamente in via Boiardo e in via Metastasio.

     La vicinanza con le due aree verdi rende quest’angolo del Comune di Selargius una meta particolarmente gradita per le famiglie che, la domenica, dopo aver assistito alla celebrazione della Santa Messa, approfittano dei giochi del vicino “Parco dei Bimbi” per far divertire all’aria aperta i più piccini.

     La Parrocchia del Santo Spirito, formalmente, è stata fondata il 25 dicembre 1981 dall’Arcivescovo del tempo, Giuseppe Bonfiglioli, che nominò Parroco Don Salvatore Scalas, un missionario appena tornato da un’esperienza decennale in Kenia, a Nanyuki. Né la data né l’intitolazione scelte sono casuali: il 25 Dicembre, infatti, si celebra il Santo Natale, ossia la nascita di Gesù, mentre il 1981 cadeva il XVI centenario  del Concilio Ecumenico di Costantinopoli, occasione nella quale venne affermata la divinità dello Spirito Santo.

     Se quindi possiamo a buon diritto affermare che, in quella data, venne iniziata l’attività della  Parrocchia del Santo Spirito, molti anni sarebbero dovuti passare prima dell’ultimazione dell’edificazione della Chiesa. Quel giorno di dicembre, infatti, come lo stesso Monsignor Scalas racconta con commozione, non esistendo ancora un edificio consacrato al culto, la messa di inaugurazione venne celebrata nel retro del bar tutt’ora presente di fronte alla Parrocchia, alla presenza di pochissimi fedeli. In quell’occasione nacque il nucleo di quella che sarebbe diventata, nel corso degli anni, una grande comunità religiosa, guidata da un Pastore d’eccezione che, il 5 gennaio 2002, venne insignito dell’Onorificenza della “Città di Selargius” e nel 2006, in occasione del primo giubileo parrocchiale del Santo Spirito, è stato nominato Canonico Onorario della Cattedrale di Cagliari, potendosi da allora fregiare del titolo di Monsignore.

     Mentre proseguiva, su un’area concessa dal Comune di Selargius, la prima tranche dei lavori, iniziati tra la fine del 1983 e l’inizio del 1984, il tenace Mons. Scalas celebrava le messe in uno scantinato in via Boiardo, messo gentilmente a disposizione dal parrocchiano Vinicio Pes.  Il progetto fu regalato dall’ing. Paolo Pintor, mentre della direzione dei lavori si occupò a titolo gratuito l’ing. Giorgio Annibali.

     Pian piano, grazie alle offerte dei fedeli e a un piccolo contributo erogato dalla Regione autonoma della Sardegna, la prima parte della chiesa venne eretta. Era la fine del 1984. Subito dopo, grazie anche al finanziamento del Comune di Selargius, partì la seconda tranche dei lavori, che terminarono con l’inaugurazione della Chiesa, avvenuta nel 1997.

     Discorso a parte merita la casa parrocchiale, poiché si tratta di un complesso costruito successivamente e a tutt’oggi non ancora inaugurato.

     Per quanto concerne l’interno della Chiesa del Santo Spirito, fin dall’ingresso il visitatore viene colpito dalla vivida luminosità dell’ambiente: gradevoli giochi di luce si riflettono dall’ampia vetrata a mosaico del pulpito, che ospita anche un organo. L’ambiente, studiato come un moderno open space, è reso particolarmente accogliente dall’alternanza di materiali quali il legno e la pietra, ed ospita opere realizzate dal famoso pittore e scultore Tore Pintus (deceduto nel 2009), quali la via crucis, i quattro quadri appesi sulla parete destra e lo stesso altare.  Le opere realizzate in pietra, invece, sono state realizzate da Salvatore Erriu, scalpellino di Senorbì.

     Sotto la mensa sacra, che riporta la scritta “Sanctus, Sanctus, Sanctus”, è visibile una teca in vetro, che custodisce le reliquie di alcuni Santi – tra i quali Santa Rita – e una pergamena, depositati al momento della consacrazione dell’altare. Di fronte alla porta di ingresso, invece, una scalinata conduce alla cripta dove è custodita la tela del “Torchio Mistico”. Quest’ultima raffigura il sacrificio di Gesù Cristo, rappresentato, nell’esemplificazione della vendemmia, come il grappolo d’uva raccolto dalla vite e schiacciato dalla pressa della croce. La tela, regalata a Mons. Scalas dai colleghi missionari dell’Africa prima che ritornasse in Italia, è una pittura naif copta realizzata con la cera, di cui sono ignoti gli autori.

     La cripta ospita anche la statua di Santa Rita da Cascia, con la quale la comunità parrocchiale del Santo Spirito ha un legame speciale, come testimoniato dal fatto che la Chiesa è intitolata anche a Lei. Lo stesso Monsignor Scalas precisa che il desiderio di accogliere una statua di Santa Rita è nato dal basso: si è trattato di una richiesta proveniente dal primo nucleo di fedeli, via via sostenuta anche dagli altri parrocchiani.

     Non si può tuttavia fare a meno di segnalare una curiosità che riguarda l’intreccio tra l’acquisto della statua raffigurante la Santa e lo sport nazionale di gran lunga preferito da tutti gli italiani: il calcio. Nei primi anni di vita della Parrocchia, infatti, la squadra del Cagliari calcio si allenava a Roccaporena, frazione del comune di Cascia in cui nacque Santa Rita. Fu dunque chiesto all’allenatore del tempo, Ranieri, di informarsi sul prezzo da sostenere per acquistare una statua della Santa. Per tutta risposta arrivò, inaspettatamente, una telefonata, nella quale si comunicava a Mons. Scalas che la statua era già stata acquistata dai giocatori della squadra del Cagliari, i quali avrebbero voluto portarla di persona in Chiesa per celebrare, tutti insieme, la Santa Messa.

     Così avvenne e, da quel momento, iniziò la tradizione della squadra rossoblù di recarsi ogni anno nella Parrocchia del Santo Spirito per assistere alla funzione religiosa prima del ritiro di precampionato. Purtroppo, questa tradizione è stata interrotta dall’attuale dirigenza del Cagliari Calcio.

     Il legame tra Santa Rita e la comunità di Su Planu si è ulteriormente rafforzato nel giugno del 2002 quando, in occasione delle celebrazioni ritiane, i confratelli del Santuario di Roccaporena hanno affidato per un anno intero alla Parrocchia del Santo Spirito una reliquia della Santa: un frammento osseo del suo corpo, incastonato in una pietra proveniente dalla sua casa.

     La reliquia, giunta in Sardegna in elicottero, venne poi portata in processione lungo le vie del quartiere di Su Planu. In quell’anno la Chiesa del Santo Spirito divenne meta di pellegrini provenienti da tutta l’isola.

Patrizia Gentili Spinola

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